La vera ricchezza è il luogo in cui si vive
- Immacolata Mariani
- 17 ago 2015
- Tempo di lettura: 2 min
"Il cambiamento culturale è l'arma vincente contro qualsiasi forma di mafia. E Angelo ne ha fatto grande uso, forse per questo è stato ucciso. Passare dallo squallore alla bellezza: questo il suo modello di sviluppo". Ogni volta è come se fosse la prima. Ascoltare Dario Vassallo che ci parla di suo fratello Angelo è ogni volta uno sguardo approfondito sul profilo di un uomo semplice che ha compiuto la sua missione di normalità in modo straordinario. Ad accompagnarlo, questa volta, c'erano alcuni amici della Fondazione Vassallo: Arcangela Galluzzo, Presidente dell'Associazione Quote Merito, Umberto Flauto, referente della Fondazione per la provincia di Salerno e Nicola Pizzuti, presidente dell'associazione studentesca Convivium Camerinense.

Dopo il caloroso canto di gioia intonato dai ragazzi padovani nostri ospiti, il parroco Don Federico, rifacendosi ad un noto salmo biblico, ha ricordato il sindaco pescatore di Pollica come colui che sceglie la strada della giustizia di fronte ad un bivio che dall'altra parte contempla il sentiero dell'empietà. "Sì, Angelo diceva quello che doveva essere detto e faceva quello che doveva essere fatto". Con la calma che contraddistingue il suo modo di essere, Dario racconta ai volontari chi era il fratello Angelo, racchiudendo in poche parole chiave il suo operato: l'equilibrio del non fare distinzioni tra le diverse fasce di persone applicando l'uguaglianza della legge; la creazione del nucleo di comunità, vera ricchezza all'interno di un paese; la semplicità quale bellezza del luogo in cui si vive. La sua esortazione è a non arrendersi di fronte a quel malessere di nome "mafia" che uccide la personalità, il nostro modo di vivere, di istruirci e che si nasconde nelle pieghe malate delle istituzioni per sistemare i propri comodi affari.

"Dobbiamo creare un nuovo modo di rapportarsi alla società, dobbiamo costruire le condizioni perché questo paese esca dalla palude in cui si è impantanato. Parliamo di gente che si impegna per cambiare le cose e non ci fa perdere la speranza, non di gente che viene uccisa! Prendiamo in mano i nostri territori e diamo sostanza a parole come cultura, civiltà, condivisione, socializzazione, legalità, giustizia, verità. Facciamo sì che i nostri territori diventino culla di comunità in cui ognuno si senta parte di una famiglia!".

Un sindaco è stato ucciso e con lui "i cittadini di un Paese, le certezze su cui è stato costruito", come ha voluto ribadire Alessandra di Programma 101. E' anche e soprattutto per questo che vogliamo Dario con noi: per affermare a gran voce che, nonostante tutto, quelle figure istituzionali in cui Angelo credeva fermamente sono vive più che mai e non possiamo lasciarle nella solitudine.

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