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Diamo un calcio al pregiudizio!

  • Chiara De Conca
  • 26 mar 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Quella dell'integrazione è una tematica molto discussa nel nostro Paese, un melting pot di culture diverse che talvolta può spaventare: inciampiamo spesso nel pregiudizio, etichettando e svalutando usi e costumi che in fondo non conosciamo, autoescludendoci da quel percorso di arricchimento che nasce proprio dall’incontro con l’altro e con la diversità. Di certo non possediamo un “ricettario per la perfetta integrazione” ma questa nostra Italia è piena di esempi positivi, proprio come quello che vogliamo raccontarvi oggi: non un’iniziativa isolata o un incontro spot, ma un percorso educativo messo in atto dal CSI ( centro sportivo italiano) provinciale di Reggio Calabria il quale ha dato vita ad una squadra di calcio, la “Reggio a colori Csi” composta da 11 ragazzi di nazionalità diversa uniti dalla stessa maglia. I giocatori sono subito scesi in campo confrontandosi nel triangolare “Oltre le Differenze” con l’amministrazione comunale e la squadra del Koa Bosco Rosarno.

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Per rendere possibile questo grande “esperimento sociale”, il Centro Sportivo Italiano reggino ha messo a disposizione gratuita il PalaCsi di Gallina e come spiega Paolo Cicciù , presidente del Comitato Provinciale del Csi:

«Il Palazzetto che stiamo gestendo, dopo aver vinto un regolare bando di gara, non solo è aperto a tutte le società sportive che ci hanno fatto richiesta,ma accoglie serenamente e senza volere un euro queste esperienze che noi riteniamo l’essenza dello stesso sport targato Csi. Quando parlavamo degli ambienti sportivi come “luoghi del cuore” ci riferivamo proprio a questo: all’attenzione all’integrazione, alla legalità ed al confronto, sempre all’insegna dello sport».

Il progetto è stato reso attuabile anche grazie alla presenza di instancabili volontari che seguono i ragazzi nel loro percorso d’integrazione sociale e scolastica, senza tralasciare l’incontro con le famiglie affiancate da educatori professionisti grazie al forum “Genitori a bordo campo”. E tutto gratuitamente. «Ci teniamo a precisare che il nostro Comitato, a oggi non ha goduto e non gode di nessun finanziamento pubblico», sottolinea Cicciù e conclude «Gran parte dei nostri progetti sono esclusivamente su base volontaria, il resto è coperto dalle spese vive dell’attività sportiva e da qualche sponsor che sostiene la nostra azione educativa. Spesso si fa un gran parlare su cosa si debba fare e su chi dovrebbe fare quel qualcosa: noi, intanto, senza alcuna velleità ci sporchiamo le mani e proviamo a seminare qualche germe positivo sul territorio. E siamo certi che questa esperienza, in breve tempo, grazie alla sensibilità del Csi possa divenire un modello da esportare in tutto il Paese».

Ecco dunque le parole-chiave: INTEGRAZIONE, LEGALITÀ, CONFRONTO e POSITIVITÀ . Può sembrare difficile, ma a volte basta poco per poter tendere la mano verso l’altro, invece di ritrarla per paura o pregiudizio.

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