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IL TRENO DEI DESIDERI

  • programma101onlus
  • 8 mar 2015
  • Tempo di lettura: 6 min

E’ lui, Iacopo Melio, un ventitreenne che ha sfidato il luogo comune dei giovani di oggi che non hanno voglia di far nulla. Iacopo non solo ha voglia di fare, ma questa energia ha deciso di metterla al servizio degli altri e di una battaglia di civiltà e dignità, quella contro le barriere architettoniche.

#vorreiprendereiltreno_1

Dunque inauguriamo la nostra nuova rubrica "DRITTI AI DIRITTI" con una intervista allo studente fiorentino ideatore della campagna #vorreiprendereiltreno che ha letteralmente travolto i social network di tutto il mondo arrivando persino alla BBC. La forza e l’ironia di Iacopo hanno dato vita ad una catena inarrestabile di solidarietà e di condivisione: ne siamo rimasti affascinati e abbiamo deciso di raccontarvela. E con questo stesso articolo proponiamo a Iacopo e a tutti i nostri lettori di cancellare definitivamente la parola disabilità, sostituendola con questa parola ancora troppo poco utilizzata: DIVERSABILITA’. A noi piace un sacco, perchè ogni persona ha abilità diverse e le mette in gioco come può.

La nostra Intervista.

«Lottiamo col sorriso, per i diritti di tutti, contro ogni barriera.» si legge sulla home del sito web della campagna, uno spazio virtuale pensato per dar vita ad una vera e propria “community” che considera la libertà di muoversi un diritto di tutti. Iacopo, su Fb 41.440 persone seguono la pagina della campagna, su Twitter hai 14800 follower. Insomma, la tua campagna ha avuto un grande eco sulla rete, al punto di riuscire a parlare con personalità importanti del mondo politico. Potresti raccontarci come è nata e se ti aspettavi un successo così? E’ partito tutto da un tweet.

#vorreiprendereiltreno_2

Risposi al Ministro Carrozza ricordandole quant'è difficile la vita di noi comuni cittadini, specialmente se disabili, dovendo affrontare oltre ai problemi quotidiani ogni genere di barriera, sia architettonica che culturale. Ed ecco che anche una cosa scontata e naturale come prendere il treno diventa un'utopia. Dopo una settimana postai un articolo sul mio blog che in poco tempo ha fatto il giro d'Italia arrivando anche all'estero. Si parla di disabilità come un peso, secondo me è il modo sbagliato. La disabilità è una cosa che riguarda tutti: anziani col bastone, mamme con la carrozzina, chi inciampa e deve camminare per un po’ di tempo con ausilio di stampelle. Sicuramente tutte le persone che seguono #vorreiprendereiltreno sono un risultato importante, ma la strada per un cambiamento culturale è ancora lunga. Sono rimasto sicuramente sorpreso da tutto l’appoggio e il sostegno che ogni giorno continuano, continuate, a dimostraci. Forse è anche un po’ merito del modo originale e leggero di trattare la disabilità, argomento vecchio, vecchissimo. Senza fare polemiche sterili, ma coinvolgendo tante persone e sempre col sorriso. Tu sei proprio il volto di questa campagna, non è facile essere sotto un riflettore così acceso…

Non amo la personalizzaazione della campagna, #vorreiprendereiltreno non sono io, ma sono tante persone, anche se è partita da quel mio tweet. Certo sono in prima linea in questa battaglia e devo dire che è uno stress piacevole. Ma per fortuna vorrei prendere il treno cresce ogni ogni giorno, c’è molto da fare, da solo non ce la farei.

Le barriere purtroppo non sono solo fisiche ma anche mentali, culturali.

Quali difficoltà hai incontrato e incontri tutt'ora?

Se qualcuno ti dà una mano uno scalino si supera. Per fare uno scivolo ad un marciapiede basta un secchio di cemento. Ma per la barriera più grossa, quella dell'ignoranza e dell'indifferenza, il discorso è molto più complicato. La prima barriera che si incontra risiede proprio qui, nella disattenzione, nel non pensarci. Mi arrivano ogni giorno foto da tutta Italia per segnalare ingiustizie: ad esempio si trovano macchine parcheggiate nei posti riservati ad invalidi. Di queste cose è bene che se ne cominci a parlare. È bene che si parli delle questioni legate alla disabilità. Sicuramente ci sono problemi strutturali e problemi organizzativi, la mancanza di fondi e spesso putroppo la mancanza di voglia e volontà nel risolvere i problemi. Ma ripeto, questa è una battaglia di civiltà di tutte le persone che vogliono cambiare le cose, le difficoltà ci sono è inutile negarlo, sono oggettive. Ma io sono fiducioso.

Quali sono i risultati ottenuti sino ad oggi e quali invece gli obiettivi ancora da raggiungere?

Il numero di persone che seguono la pagina rappresenta un grande risultato, è segno che persone attente e sensibili ci sono e questo sottende anche che c'è voglia di cambiare le cose e di partecipare. Risultato importante sono anche le donazioni che ci arrivano di chi vuole sostenere la battaglia. Persone importanti e famose hanno deciso di sostenere questa battaglia, anche personalità appartenenti al mondo politico, la stessa ministra Carrozza, Enrico Rossi Presidente della Regione Toscana, l’Amministratore Delegato di Trenitalia, tutti quei parlamentari che hanno presentato mozioni… il rispetto e l’attenzione che ci hanno regalato tutte le persone raggiunte da #vorreiprendereiltreno sono un valore che va mostrato il più possibile, con la speranza che possa diventare un’abitudine. Molte sono le cose che la politica ha promesso di fare e sicuramente uno dei nostri impegni è vigilare che questi impegni presi, o almeno la maggior parte di questi, venga portato a termine, come ad esempio le 264 Stazioni da rendere accessibili nei prossimi anni come dichiarato dal Ministro dei Trasporti, o il 70% delle Stazioni Toscane che dovranno essere accessibili entro i prossimi anni, impegno appunto preso dalla Regione Toscana.

L’obiettivo principale della campagna #vorreiprendereiltreno e di quella che è diventata da pochissimi giorni una Associazione a tutti gli effetti, è di sensibilizzare le persone e fare prevenzione. La stessa costituzione dell’Associazione per noi è un gran risultato, che ci permetterà di fare molto di più. Continueremo ad organizzare iniziative, segnalare situazioni critiche, rivendicare i diritti, sempre nell’ottica che la diversità, in un Paese civile, debba essere una ricchezza e non un problema.

Quest’anno nell’ambito della formazione nel nostro campo antimafia abbiamo introdotto una nuova tematica, LA CULTURA DELLE DIVESTITÀ CONTRO LE MAFIE. Secondo noi ciò che rende la diversità un problema è il vivere in un Paese che ha un concetto distorto di normalità, dove si finisce per rivendicare diritti dovuti, come fossero eccezioni, quando dovrebbero invece essere la regola. Secondo te, un Paese in cui Diversità non è sinonimo di problema, ma di ricchezza, aiuterebbe a contrastare l’atteggiamento mafioso, quello che si nutre di indifferenza?

Quando mi chiedono che cos’è la Disabilità rispondo che la disabilità non è un problema fisico. E’ un valoreaggiunto, è una ricchezza, perché si guarda il mondo da una prospettiva diversa. La disabilità vera è fuori da te, è il complesso di ciò che ti circonda che è fuori portata. E’ il non avere gli stessi strumenti degli altri, le stesse opportunità. Ed è qui che iniziano le difficoltà. E’ qui che inizia la disabilità, nell’indifferenza degli altri e nel contesto che ti circonda che non è a tua misura. Quello che dico è che non bisogna guardare solo al proprio orticello, per questo le prime barriere da sconfiggere sono culturali. Non bisogna mai dimenticare gli altri e bisogna vivere la solidarietà come un qualcosa senza ritorno, senza secondi fini. Bisogna riappropriarsi di una cultura che badi al senso comune delle cose, dei luoghi. Ma soprattutto naturalezza nell’approcciarsi agli altri come un atteggiamento culturale. E allora si che la cultura della diversità diviene elemento fondamentale per contrastare i mafiosi e l’atteggiamento mafioso inteso come il girarsi dall’altra parte difronte ai bisogni dell’altro. Lì si, diventiamo tutti mafiosi. Ci vuole apertura al sociale perché è proprio dove attecchisce l’abitudine all’indifferenza che le mafie trovano terreno fertile. Quindi, avanti tutta!

C’è qualcosa che ognuno di noi può fare per questa campagna, per sensibilizzare le istituzioni e la comunità? Insomma, nel caso non si fosse capito, #vogliamofartiprendereiltreno.

Si possono fare tante cose, a più livelli. Importante anzitutto è che si faccia attenzione, che si facciano le cose con cognizione di causa. Quando uno si sveglia al mattino può rappresentare col suo comportamento un problema per qualcun altro, magari parcheggiando male l’auto, non badando ai posti riservati, o agli scivoli di un marciapiede. E avere cognizione di questo è già tanto. Ma se si vuol fare ancora di più, allora si ci può unire alla battaglia di #vorreiprendereiltreno, si può condividere sui social, parlarne con amici, parenti, con chiunque, informare, sensibilizzare. Trattando l’argomento per ciò che è, una questione di civiltà. E anche nei confronti delle Istituzioni si può fare qualcosa, ad esempio segnalando chi non rispetta le regole, o rivendicando i diritti quando vengono negati.

#vorreiprendereiltreno_3

"Unisciti a noi affinché questa voce non si spenga e possa crescere sempre di più, con la speranza che tutto questo rispetto, questa sensibilità e quest’attenzione possano diventare una bellissima abitudine. Abbattiamo insieme ogni ostacolo!" (Da vorreiprendereiltreno.it)

Facciamo nostro questo invito a partecipare e lo giriamo a utti voi, convinti che restando indifferenti non si costruisca un mondo libero e giusto. NOI VOGLIAMO UN MONDO FATTO DI INFINITE DIVERSE NORMALITÀ.

Scritto da Alessandra Arena

 
 
 

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