DARIO VASSALLO OSPITE AL CAMPO ANTIMAFIA
- programma101onlus
- 11 ago 2014
- Tempo di lettura: 4 min
Angelo Vassallo nasceva come pescatore dedito al lavoro a bordo del suo peschereccio e con una tale passione nel cuore serviva i cittadini di Pollica, un paese della provincia di Salerno. Con caparbietà resistette alle pressioni di chi voleva macchiare quel territorio attuando sporche pratiche illegali, ma alla fine la camorra non glielo ha perdonato. Suo fratello Dario ha narrato ai ragazzi del Campo Antimafia la storia de "Il Sindaco Pescatore", pubblicazione dedicata ad un amministratore che dall′amore per il mare ha tratto la semplicità e il sacrificio di fare buona politica, mettendosi al servizio della propria comunità. Un concetto, quello di comunità, trasferito ad Angelo dagli insegnamenti di un padre che, poco acculturato ma forgiato dal duro lavoro di pescatore, aveva esortato i suoi figli a studiare ed "usare il cervello per sé e per la collettività di cui siamo parte integrante".

Tenendo a mente quel principio, il sindaco cilentano è riuscito a trasformare un territorio alquanto degradato in un piccolo baluardo dell′ambientalismo, attraverso la messa a punto di diverse buone pratiche, a partire dai servizi basilari come le fognature. A Pollica, per esempio, era ignota la concezione di isola pedonale, non esisteva la raccolta differenziata, mentre la frazione di Acciaroli, negli anni ′90, non veniva ancora raggiunta dalla corrente elettrica. La raccolta piazza del paese, in cui si affastellavano varie attività, subì una totale riconversione, che, ottimizzandone il perimetro, portò alla realizzazione di uno spazio verde e la creazione di venticinque posti di lavoro. Primo comune in Italia a venire ristrutturato grazie all′aggiudicazione di un progetto europeo, di Pollica venne sviluppato anche l′entroterra, non solo la costa con il porto e le località turistiche.

Dal 1995 al 2010, Angelo Vassallo fu eletto consecutivamente per tre mandati dalla sua comunità. Nel marzo 2010, i cittadini del suo paese all′unanimità scelsero nuovamente quell′unico candidato capace di infondere in ogni decisione il rispetto dell′ambiente e della legalità, perché credeva fermamente che fossero "risorse del domani per la costruzione di una nuova felicità e di una nuova economia". Una fiducia continuamente alimentata dal sindaco pescatore, non per perseguire il consenso, ma a causa di una virtù rara e pressoché impossibile da incontrare nel mondo politico odierno: Vassallo amava la sua terra fino al midollo e, per questo, spendeva il suo tempo ragionando concretamente sul modo di preservarne la bellezza ed edificarne la rigogliosità. La politica come missione di vita, a servizio della comunità.

«Lo Stato siamo noi. Sono i paesi che fanno il Paese: la vera ricchezza è il luogo in cui si vive. La malattia delle politica è la lontananza dalle nostre comunità e dall′operosità delle nostre donne e dei nostri uomini». Così diceva e così metteva in pratica: le acque di Pollica, anche nel 2011, sono state premiate con le 5 vele, il massimo riconoscimento della Bandiera Blu di Legambiente e Touring Club; nella frazione di Pioppi, è stato istituito il "Museo vivo del mare". Vassallo si è inoltre impegnato nella promozione della dieta mediterranea quale "Patrimonio orale e immateriale dell′umanità", fondando un apposito centro studi, ed ha ricoperto, tra le altre, la carica di presidente della Comunità del Parco nazionale del Cilento. Era anche un amministratore che emanava ordinanze apparentemente molto peculiari, ma che fondamentalmente miravano con severità ad imprimere nel cittadino il rispetto per la legge e la convinzione che, tutti insieme, possiamo arrecare beneficio a ciò che circonda. «Vivo e servo i cittadini da sindaco pescatore. Ma devo constatare che i nemici dello stato e delle pubbliche istituzioni mangiano del suo pane e vivono dei sacrifici della gente che lavora». Il 5 settembre 2010, nel rientrare a casa in automobile, quei nemici lo zittirono con 9 proiettili, determinando una situazione profondamente ingiusta e inaccettabile: con la sua morte è stato ucciso lo Stato stesso, tuttavia in questi anni, le indagini compiute non hanno portato all′individuazione degli attentatori. L′unica ipotesi esistente riguarda la commissione da parte della camorra, intenzionata a sbarazzarsi di un rappresentante delle istituzioni disposto ad intralciare l′asservimento del porto a punto di passaggio della droga, oltre che preoccupato a tutelare l′ambiente.

Accanto alla stesura del libro che racconta la vicenda di suo fratello, Dario Vassallo ha costituito una Fondazione che, tra i vari progetti, sta intraprendendo una battaglia (tenacemente ideata dal sindaco amante del mare) per far approvare una legge sulla pulizia dei fondali marini, che conceda agevolazioni economiche ai comandanti dei pescherecci in base ai rifiuti raccolti differenziabili. Normativa che, oltre a vedere la partecipazione attiva dei Comuni, aiuterebbe in modo concreto il comparto pesca, fortemente penalizzato dai costi in tutta Europa.

Ai ragazzi del Campo antimafia, Dario Vassallo ha accentuato l′importanza della cultura, necessaria per perpetuare un cambiamento di mentalità, che porti le persone a fare un gesto semplice ma rivoluzionario come la raccolta differenziata, che affranchi la società dalla mediocrità in cui è precipitata, che depuri la politica dall′affarismo più squallido, facendola riapprodare alla sua vocazione originaria. Un cambiamento forte che responsabilizzi anche la comunicazione interpersonale, in modo che parole come "equilibrio", "bellezza", "politica" riacquistino il giusto valore, soprattutto sulle bocche di chi si erge a servitore dei cittadini. «Angelo era innamorato della politica. Lui era il comandante, noi i marinai», ha detto il fratello Dario. Anche se oggi, nel Cilento, della sua morte non si vuol sentir parlare, i ragazzi del Campo antimafia, contro ogni muro di omertoso silenzio, si sono impegnati a non dimenticare la storia di Angelo Vassallo, bensì a custodirla e a diffonderla quale esempio per un futuro dal cielo terso, in cui le mafie non siano più nebbia che offusca la vista ai pescatori del mare, né agli amministratori capaci di buona politica.
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