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TERRENI, ISTITUZIONI, DA SUD E COOPERATIVA CORAGGIO

  • programma101onlus
  • 25 lug 2014
  • Tempo di lettura: 5 min

Non capita tutti giorni che le Istituzioni dedichino così tanto tempo ai giovani e ai loro progetti. Una meravigliosa giornata che ha visto l'Amministrazione di Formia seduta a un tavolo con diverse realtà per confrontarsi su temi complessi come LAVORO, TERRE INCOLTE, BENI CONFISCATI E ORGANIZZAZIONI DI STAMPO MAFIOSO.

ASS. DASUD

Venerdì 25, sesta giornata di lavoro per i ragazzi del Campo Antimafia. Si fatica con la passione di chi non ha perso la speranza. Ci si piega sulla terra, vanga alla mano, muniti di grinta e spirito di adattamento. Loro lo credono fermamente. Quel terreno avrà una nuova vita, accenderà di gioia il sorriso di qualcun altro che ci ha creduto. Non rimarrà sterile e infruttuoso.Nel pomeriggio, i giovani volenterosi hanno fatto un incontro interessante, un incontro che forse ha aperto una porticina nella loro mente su un mondo di cui vogliono approfondire la conoscenza, quello dell′agricoltura. Presso la Sala Sicurezza del comune di Formia, si è parlato di come far rinascere un terreno abbandonato a sé stesso, rendendolo un nuovo spazio di recupero sociale. Giacomo Lepri, della Cooperativa romana "CO.R.AG.GIO.", ha raccontato innanzitutto l′esperienza di lotta tenace che dal 2011 ha coinvolto gruppi di giovani contadini, realtà associative rappresentative della categoria agricola e organizzazioni sindacali nella riconquista positiva e la salvaguardia dei terreni incolti della Capitale. Obiettivo: destinarli all′insediamento di nuove attività agricole, frutto della progettualità di giovani agricoltori. Il "Coordinamento Romano per l′Accesso alla terra", attraverso l′elaborazione di una "Vertenza per la Salvaguardia dell′Agro romano", ha sottoposto all′attenzione delle istituzioni la questione dell′adeguata utilizzazione delle aree di proprietà pubblica a vocazione agricola, chiedendo, prima di tutto, che vengano sottratte a scellerate politiche urbanistiche di espansione edilizia a danno di un territorio, come l′agro romano, in bilico tra identità rurale negata e necessità di trovare una nuova dimensione di produttività agricola. La vertenza, nutrita da azioni collettive quali presidi, manifestazioni, cortei, confronti con le istituzioni, un murales ed una petizione, sollecita, inoltre, il compimento delle procedure tecniche e amministrative per l′acquisizione pubblica delle terre, una strategia di utilizzo del sistema di aree agricole già patrimonio e la predisposizione di strumenti normativi, forme di sostegno, inclusi i contratti agrari e il P.S.R., a favore dei soggetti investitori. La rivendicazione delle terre pubbliche, con i cittadini contro gli squilibri sociali, nasce da criticità varie: disoccupazione, crisi dell′urbanizzazione incontrollata e dell′agricoltura convenzionale, cui si contrappone l′esigenza viscerale di preservare spazi verdi liberi dal cemento e la riscoperta dei prodotti di prossimità, dell′agricoltura come attività non più collaterale, non più retaggio di una mentalità arcaica da cui emanciparsi. Si tratta del segno di «un mutamento culturale che fa dell′agricoltura un luogo sociale di emancipazione», in cui si passa «dal dominio del capitale edilizio, ad un nuovo modello spaziale di città, con un′agricoltura piccola, decentrata, multifunzionale», come ha sottolineato l′Assessore alla sostenibilità urbana Claudio Marciano, intervenuto all′incontro. Uno dei punti focali su cui punta la Cooperativa CO.R.AG.GIO., infatti, è l′Agricoltura Urbana Multifunzionale, che proponendosi come vera e propria infrastruttura urbana, vuole offrire molteplici servizi ai cittadini: dagli spazi liberamente fruibili alle fattorie didattiche per bambini, dagli orti sociali ai gruppi d′acquisto, dai forni a legna pubblici al contatto diretto con la lavorazione dei prodotti grezzi. Tali attività incidono positivamente sulla coscienza ecologica dei cittadini, sulla relazione con l′ambiente, in antitesi agli svantaggi derivanti dalla destinazione residenziale degli spazi. Il portavoce della cooperativa, nella quale confluiscono professionisti di ogni genere, ha poi illustrato le diverse opportunità che può mettere a disposizione il settore.Accanto alla Cooperativa CO.R.AG.GIO., anche nell′ambito della petizione a favore di Borghetto San Carlo, c′era l′Associazione "daSud", impegnata da diversi anni nell′elaborazione di idee innovative e di resistenza per il Mezzogiorno. Come la Cooperativa Programma 101, anche "daSud", si fa promotrice di un doveroso atteggiamento quotidiano contro il malaffare, una cooperazione collettiva che porti avanti l′agire per la legalità senza aspettare eroi, né episodi di cronaca: è questa l′antimafia "del giorno prima", come ha ricordato Alessandra Arena, presidente di Programma 101. Sentieri della memoria, murales in un′area confiscata, campagne antimafia sono alcune delle mosse attraverso cui si estrinseca l′azione dell′Associazione da Roma alla Calabria. Carmen Vogani, portavoce della stessa, ha dibattuto sul deleterio intreccio tra mafia, welfare e terre pubbliche, rimarcando l′atteggiamento di reiterato negazionismo che contraddistingue la Capitale e tutto il basso Lazio, dettato a volte dalla vergogna, a volte dall′ipocrisia: le mafie fanno welfare, perché danno un posto di lavoro, concedono case popolari, creando così uno straordinario consenso sociale, che fa sparire la distinzione tra buoni e cattivi e coinvolge tanto gli alti dirigenti quanto i semplici operai. Una percezione labile che si trasforma facilmente in omertà di convenienza nei business più disparati: sanità, agroalimentare, droga. Carmen Vogani ha poi posto l′accento sul legame tra antimafia e terre pubbliche, su cui un tempo partirono i primi movimenti di lotta sindacalista e su cui oggi si ritorna per ragionare in termini di riqualificazione, primo passo di un fare che contempli l′antimafia.Alla tavola "ovale" delle esperienze propositive, sedevano anche il Vicesindaco Maria Rita Manzo, il Delegato agli Affari Generali Luigi De Santis, il consigliere comunale Giuseppe Bortone, presidente della commissione che ha curato il regolamento per l′affidamento dei beni confiscati e il segretario dello SPI-CGIL Augusto Rossi. La Delegata alla Legalità Patrizia Menanno ha parlato della possibilità di istituire un Osservatorio Antimafia in contrapposizione al negazionismo imperante. Molto coinvolti dalle tematiche affrontate, i ragazzi non hanno perso l′occasione per saperne di più su finanziamenti e cooperative agricole, ma anche a proposito delle inchieste relative alla pervasività delle mafie in particolare a Roma, dove le dimensioni della città e l′intreccio di poteri spesso rende difficoltoso il lavoro di ricerca.

Dopo l′incontro, cooperatori, campisti e amministratori si sono ritrovati a camminare tutti insieme sul terreno confiscato di Santa Maria La Noce, su cui bisogna ripristinare i terrazzamenti, eliminare le barriere architettoniche, creare nuove vie d′accesso e delimitare i confini. Senza considerare il lavoro sulle erbe infestanti e i materiali di scarto. Non si è trattato di una visita casuale. Quello è stato il momento opportuno per guardarsi intorno, capire, interrogare e interrogarsi sulle modalità da escogitare per dare continuità a quello che i ragazzi stanno facendo, attraverso l′implementazione di un progetto che, la Cooperativa Programma 101 lo auspica fortemente, non dimentichi la finalità sociale di quello spazio. Al ritorno dal bene, in un frangente di svago dopo una giornata che ha lasciato tanti spunti di riflessione, i ragazzi hanno assistito ad uno spettacolo del Teatro Bertolt Brecht presso la corte comunale di Formia. "Amore e magia nella casa di Pulcinella" è andato in scena per raccogliere fondi in favore del Centro Laila, che si occupa prevalentemente di bambini figli di immigrati in gravi condizioni di indigenza.

 
 
 

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