INAUGURAZIONE DEL PRIMO CAMPO ANTIMAFIA NEL LAZIO
- programma101onlus
- 21 lug 2014
- Tempo di lettura: 3 min
Un video ha mostrato da dove tutto è partito: un′esperienza che i ragazzi fondatori della cooperativa hanno avuto presso altri campi antimafia, tra cui quello di Parete, li ha portati a maturare sempre più una coscienza del cambiamento. Da qui l′idea di provarci anche nel proprio territorio, dove sono dislocati diversi beni confiscati alla mafia (a Gaeta sono 22), la cui esistenza, fino a quel momento, era rimasta sepolta tra le scartoffie di qualche cassetto, anche per mancanza di leggi idonee a ricollocarli. Nel maggio 2013 Gaeta si è dotata di un regolamento per l′affidamento dei beni sottratti e quella che era solo un′idea ha potuto iniziare a diventare tangibile, facendo partire, in agosto, il recupero del bene situato a Salita Iella, in totale stato d′abbandono dal 1998 e da poco tornato in uso alla comunità.

«Le forze dell′ordine e la magistratura hanno arrestato i colpevoli - ha ribadito la determinata fondatrice della cooperativa - noi dobbiamo essere quel pezzetto di società che viene dopo, che si inserisce subito dopo le istituzioni e con loro si impegna per far rinascere quei terreni, un tempo avamposto della ricchezza mafiosa, e restituirli alla collettività, perché è a loro che appartengono». Infatti, dopo l′azione di riqualificazione, cui è dedicato questo campo antimafia, ma che richiederà probabilmente tempi più lunghi dato il grave degrado che li attanaglia, i terreni ritorneranno in circolazione: entro trenta giorni un bando pubblico li metterà a disposizione della libera iniziativa di tutti i cittadini, che potranno proporre progetti imprenditoriali di riutilizzo. Alla manifestazione inaugurale hanno mostrato il proprio appoggio i sindaci di Gaeta, Cosmo Mitrano, e di Formia, Sandro Bartolomeo, i quali hanno posto l′accento sulla necessità di debellare il male della mafia, non solo a valle, ma anche a monte, cioè attraverso un cambiamento culturale che interessi la concezione della legalità, a partire dall′adolescenza. L′evento è stata anche l′occasione, da parte di Bartolomeo, per proporre una cogestione internalizzata dei rifiuti, attraverso l′elaborazione di un ′Consorzio del Golfo′, che contrasti la possibilità da parte della camorra di insinuarsi subdolamente nei servizi oggetto di aste pubbliche. Poi è stata la volta dello Spi-CGIL, il cui segretario generale, Teti Croci, ha voluto farsi portavoce dell′entusiasmo con cui tutti i pensionati associati hanno accolto la proposta di dare una mano ai ragazzi della cooperativa, predisponendo quotidianamente i loro pasti.

Alessandra Arena ha voluto esprimere anche un ringraziamento verso tutti i soggetti che si sono adoperati con affetto solidale nei confronti dell′iniziativa, segno che la partecipazione della collettività è viva: i commercianti di Formia e Gaeta che hanno adottato un salvadanaio Salvacampo, nei quali raccogliere fondi utili a comprare i necessari utensili per la sistemazione del campo, e le cooperative sociali La Valle, le cui tazze decorate già caratterizzano la colazione dei campisti, ed Herasmus, con cui partirà a breve una collaborazione. La cooperativa verde La Tana, invece, consente che il campo antimafia assuma un profilo ecosostenibile, grazie all′utilizzo di prodotti puliti, stoviglie naturali che una volta impiegate, diverranno compost per fertilizzare la terra. La manifestazione si è conclusa con i saluti incoraggianti e un invito alla promozione dell′onestà, prima che alla legalità, da parte degli altri partner promotori: i presidenti di Legacoop Frosinone, Daniele del Monaco, e Legacoop Latina, Emiliano Scinicariello, insieme al direttore del Consorzio Parsifal, Renato Incitti.Fuori, intanto, a dare il benvenuto campeggiava un pupazzo. Uno spaventamafia, in assoluto il primo della storia d′Italia, dalla testa d′asino con indosso un vecchio cappotto infeltrito, un paio di stivali per attraversare il fango e un rastrello contadino, che i ragazzi insieme al Teatro Bertolt Brecht, capeggiato da Maurizio Stammati, hanno costruito per allontanare ed esorcizzare quella paura infestante, quella montagna di rifiuti tossici, di cui, ci si augura, piano piano non rimarrà altro che il maleodorante ricordo.


























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